PROLOGO: Interregno
“Da quanto tempo siamo qui?” La domanda della creatura meccanica, un elegante robot antropomorfo color argento, fu accolta da un grugnito collettivo.
“Hai un orologio atomico interno, dovresti saperlo,” rispose la tenebrosa entità nota come Seminatore di Morte.
“E voi dovreste sapere che ogni sistema di datazione elettronico di cui dispongo continua a dare la stessa ora da quando siamo arrivati qui per salvare Stargod. Percepisco lo scorrere del tempo, ma nessuno di voi ha fame o sete, o si sente stanco? Quando è l’ultima volta che avete chiuso occhio?”
L’essere felino che rispondeva al nome di Grigar, disse, “Sono un semidemone, per me fame e sete non hanno più significato.”
L’umanoide dagli occhi scarlatti in armatura, che rispondeva al nome di Avatar, mentre scrutava il cielo alieno e ingannevolmente bellissimo di quella porzione dell’Interregno, disse, “Il mio corpo è immune dai bisogni biologici di un essere umano, mentre la mia anima non abbisogna di cibo, aria o acqua.”
L’alchimista di nome Diablo, un tempo arcinemico dei Fantastici Quattro e ora membro di quello strano gruppo eletto a sostegno della libertà di Altro Regno, scosse la testa. “Sono sopravvissuto per secoli in una prigione grazie alle mie pozioni, lo scorrere del tempo non mi preoccupa. Tu, piuttosto, Rennsaeler: avverti una usura del tuo sistema di sostegno?”
La macchina si toccò il ventre, e un pannello si scostò, rivelando l’ampolla che ospitava una specie di omuncolo. Attraverso il robot, la creatura che un tempo era stata Richard Rennsaeler, ora noto come Iron Monger IV, disse, “No, tutto bene. E’ solo che questa…assenza di tempo mi da’ ai nervi. Ma immagino che anche essere ridotto così sia peggio che essere morto, o essere intrappolato in uno pseudo-Ultron[i]. Te ne devo una, alchimista. Credevo che l’adamantio, una volta solido, non si potesse intaccare.”
Diablo mostrò un sorriso compiaciuto. “Non c’è sostanza materiale artificiale che possa resistere ad una magia ben calibrata. E ho creato omuncoli per decenni; ti ci vorrà un po’ per giungere al pieno sviluppo, ma almeno sarà questione di non più di un anno.”
“E per Stargod, quanto ci vorrà a riprendersi?” chiese Iron Monger, osservando la teca cristallina che ospitava il corpo inerte del candido uomo-lupo nudo, ad eccezione della sola gemma scarlatta che brillava intensamente alla sua gola.
“Impossibile dirlo,” disse il Seminatore di Morte. “Non è neppure chiaro perché non si sia già ripreso: indipendentemente dalla sua locazione, dovrebbe continuare a condividere un legame spirituale con Max, un legame che in altre occasione gli ha dato grande forza. Cosa li tiene separa*”
Improvvisamente, una voce potente come il tuono sembrò echeggiare per tutto l’Interregno. “JOHN! Finalmente ti ho trovato!” Un momento dopo, l’aura azzurra di un drago ad ali spiegate brillò tutt’intorno alla teca, avvolgendola poi in un campo di energia così potente da costringere i Cavalieri di Stargod a ritirarsi di diversi passi.
Poi fu la volta della teca di brillare così intensamente da sembrare un frammento stesso del sole.
E quando fu finita, John Jameson, Stargod di Altro Regno, era tornato. E non da solo
MARVELIT presenta
KNIGHTS TEAM 7
Episodio 28 – Ritorno ad Altro Regno
Dietro al licantropo, ora
vestito della familiare armatura smeraldo e oro e delle sue armi, stava un
grande dragone blu, le zampe posate sulle spalle del suo compagno, e gli occhi
crepitanti di elettricità fissare diffidenti gli altri cavalieri.
“Anche noi siamo felici di vedere che state bene,” disse Iron Monger. “Ora, Max, vuoi smetterla di guardarci come se fossimo noi i nemici?”
John si toccò la spalla, là dove, prima, il dio-serpente Set lo aveva morso. Ricordava bene il dolore terribile, la sensazione gelida del veleno che lo consumava come un acido…
Poi, Max gli afferrò la testa in una salda presa e scambiò un lungo bacio con il suo amato. Superato il primo stupore, il lupo fu più che felice di ricambiare, dimentico di tutto tranne che di loro due. Non sapeva quanto tempo avesse trascorso nel coma indotto da Set, ma John aveva percepito il terribile vuoto dovuto all’assenza di Max, e solo il suo ritorno gli aveva dato quell’ultima spinta per guarire…
Stargod si rivolse agli altri, senza smettere di accarezzare il muso del drago. “Siamo ancora nell’Interregno.”
“Per quanto ci riguarda, è come se fosse passato qualche giorno,” disse il Seminatore. “Per qualche ragione, i Generali dell’Armata Tenebrarum non ci hanno dato la caccia.”
Max chinò il capo in un’espressione triste. “Sei mesi.” E, alla collettiva espressione di curiosità che gli rispose, annuì. “Siete stati assenti sei mesi. Ancora una volta, Altro Regno è caduto sotto una dittatura, capeggiata da Selena Tyrk, che ha reclutato i draghi che non accettavano te come Salvatore.” Solo allora, tutti videro le numerose cicatrici che attraversavano il suo corpo., mille triste medaglie di guerriero.
John non si sentì così terrorizzato da quando lo vide quasi ferito a morte dall’isola vivente. “Max… Sei…”
“Ho convinto i miei fratelli ad unirsi alla lotta contro la nuova tirannia, ma la strega ha dalla sua, oltre ai traditori, le forze di Mur-Argoran. Tanti sono coloro che hanno accettato il marchio di Set[ii].”
“Deve essere per questo che la sua attenzione non si è concentrata su di noi,” disse Diablo. “Sta fondando la sua nuova chiesa su Altro Regno, e non ci considerava più una minaccia.”
“Garth, Duna, e gli altri..?” Stargod ebbe paura di terminare la domanda.
Accarezzandogli una guancia, Max rispose, “Stanno bene. Mournhelm è ancora una volta il cuore della resistenza, ed è riuscita a resistere grazie ai nostri nuovi alleati. Ma ora basta parlare…” il drago abbracciò il lupo. “Portaci via di qui, adesso. I tuoi fedeli ti aspettano.”
“Come hai fatto a trovarci?” il pensiero attraversò, freddo e terribile, la mente di John. E se fosse stato un trucco di Set o di uno dei suoi Generali? Usare Max come esca per…
Il drago mostrò un’espressione perplessa. “Lambert e gli altri decani, e i nostri alleati, tutti hanno usato il loro potere giorno dopo giorno per trovarvi in questo regno immenso. Molte delle mie ferite me le sono procurate per difenderli da Tyrk e da Norvak.” Che stesse dicendo la verità, Stargod lo capì dall’assenza dell’influenza maligna dei suoi nemici. “Perdonami, Max. Ma ora, lasciate che mi concentri. Ci vorrà un momento.” Focalizzò i suoi pensieri su Mournhelm, sulla città che sorgeva nel cuore di un arcipelago nato dall’apocalittico impatto di un asteroide, sulla grande piramide che dominava la città, con le sue statue del dio-lupo che reggeva la spada in una mano ed una gemma vegetale nell’altra…
La gemma alla gola di Stargod brillò più intensamente. Il dio-lupo avvertì la resistenza delle eteree membrane dell’Interregno, ma alla fine esse di dissolsero come semplice carta…
E quando riaprì gli occhi, lui ed i suoi cavalieri erano in piedi sulla cima della piramide, in un magnifico tra*
“Attenti!” urlò Iron Monger…troppo tardi.
Il caccia di Mur-Argoran fece fuoco…e i suoi colpi si infransero contro un muro invisibile.
Stargod vide dozzine di quegli apparecchi dedicare le stesse attenzioni alla barriera che circondava Morunhelm, mentre batterie contraeree, da terra, si davano da fare per falciare nemici. Batterie che il lupo non ricordava minimamente essere lì, dalla sua ultima visita…
Ma non importava. Stargod ringhiò
orribilmente: quella era la sua città, quello era il suo mondo, e nessuno aveva il
diritto di aggredirlo! Senza esitare, Stargod levò le braccia al cielo, unendo
le mani a coppa.
“Meglio del Quattro Luglio,” commentò Iron Monger, osservando le esplosioni dei fiori di fuoco, seguite dalla pioggia di detriti. “Zanna Bianca è davvero in forma.”
“Una cosa che un tempo sarebbe stata causa di rabbia, ma che oggi saluto con gioia.” Tutti e sette si voltarono, pronti ad un nuovo scontro, non appena ebbero riconosciuto la voce ancora prima che ebbe finito di pronunciare la frase.
Max posò una mano sulla spalla di Stargod. “No. È lui il nostro alleato.”
La creatura rettiliana spalancò le ali in un saluto formale. “Il Principe Ssylak ti saluta, Stargod. Bentornato sul campo di battaglia.”
Normalmente, il livello tecnologico di Altro Regno era paragonabile a quello del medioevo terrestre. I maghi costituivano l’equivalente degli scienziati, e le loro biblioteche erano il maggiore centro di informazione.
Faceva uno strano effetto vedere il principale salone del tempio trasformato in un ibrido di antico e di alta tecnologia tok. Schermi olografici mostravano varie aree di battaglia lungo tutto il supercontinente di Altro Regno.
“La situazione è complessa: da un lato i discepoli di Set, divisi in forze militari standard guidate da Selena Tyrk, la quale fa riferimento al re di Mur-Argoran, Lord Asmodius Norvak. Poi i loro sacerdoti-serpente, ed i loro ‘dei’ della Armata Tenebrarum.” Il nome quasi gli venne come uno sputo. Ssylak scosse la testa. “E infine i draghi nativi traditori del cosiddetto ‘Stormo Nero’. Se è un modo di Antesys di mettere alla prova la mia fede…”
“Dalla nostra,” disse Lambert, “Abbiamo te ed i tuoi cavalieri, i guerrieri di Azunbulxibar, i Tok, i tuoi fedeli, dagli umani agli elfi ai popoli sotterranei e tutti gli grandi draghi. Il Cerchio Nero è potente, ma il loro numero e la loro forza non può rivaleggiare con gli altri, soprattutto senza la benedizione di Antesys…”
“Ma possono fornire un valido appoggio tattico alle forze di Set,” intervenne il Generale tok Viskajj. “Liberandoci dei traditori, segneremo un colpo importante.”
“Cosa sappiamo di Satranius, Lambert?”
Il Decano scosse la testa. “Non abbiamo sue notizie, Stargod, da quando qualcosa lo ferì gravemente sei mesi fa[iii]. A tuttora non percepiamo la sua presenza.”
“Quanto al quadro politico,” disse Ssylak, “La capitale del nuovo regno di Norvak e Tyrk sorge dove si trovavano le rovine di Kalgarn. Hanno molti fedeli sparsi in tutto il mondo, ma non hanno alleati politici rilevanti, salvo il regno di Òxaba. Sono le loro chiese a destare maggiori preoccupazioni.”
“Ognuna di esse,” disse l’Alto Fratello Sa’khj è come una cellula tumorale pronta a diffondere il contagio, approfittando dei timori, delle paure e dei dubbi di coloro che vuole reclutare. Singolarmente, una chiesa di Set non è un centro politico, ma collettivamente la loro influenza è…”
“Se sono i dubbi di cui si nutrono, allora sarò io a dissiparli.” L’uomo-lupo si concentrò…
E ovunque nel mondo.
Sopra Mournhelm.
Sopra le montagne della Grande Catena.
Sopra i villaggi e le città.
Sulle desolate lande degli Abissi della Disperazione al polo nord.
Sopra i mari gelidi del polo sud.
Sopra le lussureggianti foreste della regione dei cento laghi.
Ovunque, il cielo fu riempito da una manifestazione di luce di una potenza mai vista! Luce che aveva la forma di una ringhiante testa lupina, gli occhi due stelle rosse capaci di guardare nel più intimo della tua anima. La sua voce era la voce del tuono e dell’uragano, la sua ira quella del vulcano e dello tsunami. “POPOLO DI MUR-ARGORAN, DRAGHI DELLO STORMO NERO, E VOI SACERDOTI DI SET, ASCOLTATE! IO SONO STARGOD, PROTETTORE DI ALTRO REGNO, FIGLIO DI ANTESYS, ELETTO DEL GRAN CONSIGLIO, ALFA DEI LUPI! IL VOSTRO DIO SET, CHE VENERATE COME ONNIPOTENTE, NON È RIUSCITO AD UCCIDERMI, ED ORA SONO PRONTO A MUOVERE BATTAGLIA CONTRO DI VOI! IL VOSTRO OSCURO REGNO TRAMONTERÁ INSIEME ALLE VOSTRE VITE, PERCHÉ PER NESSUNO DI VOI SARÁ MOSTRATA ALCUNA PIETÁ!”
I primi effetti si riscontrarono pressoché subito.
Due draghi dello Stormo Nero, che stavano per infliggere il colpo di grazia ad un loro simile, un drago rosso delle montagne, alla vista del dio furente furono colti da un terrore indicibile, e la loro vittima designata ne approfittò per rovesciare la situazione a suo favore con rinnovata forza e un torrente di fiamme. “La mia anima per te, Salvatore!” ruggì il vincitore.
I soldati-serpente che stavano per uccidere un familiare branco di lupi nella regione dei cento laghi sentirono le loro forze avvizzire, per il tempo che bastò ai lupi per aggredirli e riempire la foresta delle loro grida di morte. La femmina capobranco, sputando via la fetida carne corrotta, levò la testa in un ululato di gioia. <La nostra forza per te, grande maschio!>
In un villaggio dove sorgeva una chiesa di Set, uomini e donne che fino ad un momento prima avevano tremato di terrore di fronte al potere dei mostri serpentini in quei mesi di tormento, presero ogni cosa che potesse fungere da arma -coltelli, pietre, bastoni, falci per il grano o la sola propria furia. “La mia vita per te, Stargod!” fu l’invocazione più pronunciata quel giorno, mentre la gente saltava addosso ai mostri, scoprendo che potevano avere paura, sanguinare e morire come chiunque altro!
Su un campo di battaglia coperto di corpi, Ryger, Generale dei guerrieri che un tempo servirono Azunbulxibar, alla vista della manifestazione, sollevò la spada insanguinata e nonostante le sue ferite guidò come se fosse fresco un nuovo attacco alla fanteria di non-morti di Mur. I suoi soldati lo seguirono come un sol uomo, ora che il Dio aveva parlato e che la fede era salda più che mai! Da quel momento, fu uno scontro praticamente unilaterale, alla fine del quale Ryger levò una testa mozzata al cielo. “La nostra vittoria per te, Condottiero!” urlò, imitato da un sol coro di guerrieri.
Il comandante di una portaerei tok vide le batterie della nave madre di Mur-Argoran cessare improvvisamente il fuoco, mentre anche i caccia nemici si comportavano come uno sciame di insetti senza la loro regina. I suoi occhi si illuminarono di una luce feroce. “A tutte le batterie, Fuoco!” E in un istante, i cannoni della nave tok rovesciarono un fiume di plasma contro lo scafo dell’altra nave. La sua distruzione fu spettacolare, i tronconi fiammeggianti cadere verso il mare, seguiti dai resti dei caccia di Mur abbattuti uno dopo l’altra dai piloti tok.
Nessuno a bordo della nave aliena osò dirlo, perché istintivamente erano restii ad ammetterlo, ma erano tutti felici, il comandante per primo, sollevando la gola in segno di rispetto, che il Figlio di Antesys fosse tornato! “Il tuo popolo per te, Antesys,” disse il comandante.
Mur-Argoran
“Doveva essere morto!” Se c’era qualcuno che la stava prendendo male, quella era Selena Tryk. La figlia del defunto Arisen schiumava di rabbia. Gli schermi mostravano impietosamente quella lunga teoria di disfatte.
La donna si voltò verso il sovrano di Mur, un uomo dalla pelle bianca come il gesso, i lunghi capelli e gli occhi neri come ossidiana, vestito di nero. “Norvak! Dunque il tuo strisciante dio ha fallito! Cosa pensi di…” Archi voltaici avvolsero il suo corpo, serrandola in una morsa di dolore. Solo la volontà ferrea di lei trasformò un urlo di dolore in un sibilo a denti serrati, mentre cadeva in ginocchio.
Norvak smise di torturare la donna. Con calma glaciale, disse, “C’è una cosa che devi tenere a mente, ogni volta che parli con me, ogni volta che respiri, dato che senza l’aiuto di Set non saresti che un inutile cadavere.” L’uomo contemplò gli anelli che decoravano le sue dita. “Set non fallisce, mai. Inoltre, Stargod non ha eluso la sorveglianza dell’Armata Tenebrarum: la sua morte sarebbe stata utile, ma era un’altra cosa che Set voleva dal suo impuro corpo di lupo. Qualcosa che ha preso quando lo ha morso[iv], e che ha trasmesso ad un ricettacolo più degno. Osserva, Lady Tyrk, l’arma suprema di Set!”
Lei, alzandosi in piedi, lo fece…e restò a bocca aperta. Poi, colse la deliziosa ironia, e sorrise in un modo terribile.
Mournhelm
“Porca miseria…” mormorò Iron Monger, sentimento mutamente echeggiato dagli altri cavalieri.
Gli schermi, il cui spettacolo era per Tyrk fiele per il morale, per i presenti nel tempio del dio-lupo mostravano i primi semi della vittoria, e molti cuori sentirono un velo pesante sollevarsi. Solo a quel punto, Stargod ed i suoi cavalieri videro che tutti erano chini su un ginocchio in omaggio. Tutti, compresi i tok. “Ssylak…”
Senza sollevare lo sguardo, eppure ancora solenne come se stesse sedendo su un trono, il Principe Ssylak, disse, “Mio padre Brassilva e tutti i suoi predecessori credevano a loro modo in Antesys. Eravamo convinti che il Grande Drago Celeste ci avesse guidati fin qui per trovare una patria a spese di nativi deboli e inutili. Fino ad allora, Antesys era solo l’incarnazione della fede, un’icona per dare un senso alla tragedia del nostro popolo nel nostro peregrinare.
“Puoi quindi immaginare come reagii, quando Antesys in persona mi parlò la prima volta[v]. Il mio modo di concepire la fede fu profondamente scosso, ma non abbastanza, e comunque era mio padre ad incarnare la volontà di Antesys. Anche quando lui favorì i protestanti e diede ordine di uccidermi per i miei dubbi[vi],
“Quando le forze di Set
sferrarono il loro primo attacco, uccidendo Brassilva[vii],
senza che Antesys posasse su di noi
I tok sollevarono la gola in segno di rispetto. “Ti riconosciamo come Figlio di Antesys e incarnazione della Sua Volontà. Permettici di continuare a combattere al tuo fianco per questo mondo, che per noi è casa.”
Nel silenzio generale, Stargod tese una mano artigliata a Ssylak. “Principe, che questa fratellanza oggi diventi una amicizia salda e sincera domani. Per quanto molto abbiate da farvi perdonare, so che non era l’odio a motivare i vostri cuori. Darò il mio meglio per voi come per qualunque abitante di Altro Regno, se voi farete lo stesso.”
Ssylak tese la mano e ricambiò la stretta. Non disse nulla, non ce n’era bisogno.
John si sentiva le farfalle nello stomaco. Sto suggellando un patto con una creatura che fino a ieri gli uomini se li mangiava, letteralmente. Sto per affrontare la mia prima guerra mondiale contro le armate di una vera divinità. Non credo proprio che i Vendicatori abbiano mai affrontato simili aspetti nelle loro guerre spaziali… Si sentiva esaltato e calmo allo stesso tempo. Spaziò lo sguardo verso tutti i presenti. Vorrei che mi vedessero, pensò, sentendo una improvvisa quanto strana nostalgia verso i giorni in cui suo padre tormentava un figlio indeciso e tremebondo di fronte alle responsabilità, i giorni in cui era solo una specie di animale selvaggio che le prendeva regolarmente da un certo arrampicamuri di quartiere, i giorni in cui l’affetto forzato verso una ragazza che non desiderava gli sembrava il meglio a cui potesse aspirare…
E ora c’era al suo fianco e nel suo cuore un drago. E c’erano l’esule di una terra del Limbo, un sintezoide posseduto dall’anima di un nativo di Altro Regno, una donna che si presentava come l’angelo della morte, un robot vivente, e un ex-supercriminale. E interi popoli che dipendevano dalle sue parole e dalla sua forza…
Set, ti farò pentire come non mai di esserti anche solo avvicinato al mio mondo!